Tamburi Sciamanici - Energy Counseling

Vai ai contenuti

Tamburi Sciamanici

Tamburi Sciamanici
                   
Per gli sciamani malattia e sofferenza sono come i sentieri nella foresta, dove accade di smarrirsi ma attraverso i quali è possibile trovare il proprio percorso, uno dei compiti degli sciamani è quello di aiutare le anime smarrite a ritrovare la strada.

Il tamburo sciamanico serve per richiamare la tua attenzione, per confermarti che sei sul percorso giusto, per liberarti delle tensioni, per stimolarti a continuare il tuo cammino e a ricaricarti attraverso l’ascolto, l’accettazione, e la tua presenza nel qui e ora.
Se sarai disponibile ai rintocchi del tamburo sciamanico avrai la possibilità di fare un viaggio dentro te stesso ed entrare nella tua foresta, formata dai pensieri, potrai incontrare le tue paure e vedere chiaramente le difficoltà davanti e intorno a te e aprire il tuo cuore
così che potrai chiedere aiuto allo spirito della foresta … a Dio o a chi sceglierai tu,
e improvvisamente ti potrebbe apparire un animale, una pianta o… simboli vari  attraverso i quali attingerai la forza, l’intelligenza, la saggezza per trovare la tua strada in questo momento e nella tua vita.
Se non apparirà nulla sappi che sei sul percorso e goditi il silenzio che seguirà dopo che il tamburo sciamanico ha finito di cantare.
leggete anche:
La Trance e le Neuroscienze tamburi sciamanici e cervello
Il tamburo: lo strumento del cuore!
Vi siete mai chiesti qual’è stato il primo strumento musicale?
La certezza assoluta non c’è, ma è probabile si tratti di un tamburo, oppure uno strumento similare (ad es. un tronco d’albero incavato) per produrre ritmo.
Detto così sembra quasi banale, infatti è presumibile che si sia sviluppata prima la componente ritmica di quella melodica, data la sua maggiore semplicità e immediatezza, ma se ci pensiamo bene, c’è di più.
Il primi sensi che si sviluppano in un bambino nel ventre materno sono il tatto e l’udito, questo è logico, perché gli altri sensi non servono in quel luogo. Il feto che cresce non deve fare nulla, la madre respira per lui e lo nutre. Dall’esterno arrivano stimoli uditivi, ma una cosa è sempre presente e costante per tutti i nove mesi della gestazione: il battito del cuore della mamma.
Questo ritmo si radica profondamente nell’essere del bambino. Quando poi nasce, il sistema mentale e quello corporeo portano con sé il ricordo di quel battito, e le madri lo sanno bene, infatti per farlo addormentare lo avvicinano al petto e quindi al cuore, e lui si tranquillizza.
Il cuore continua ad avere un suo richiamo, anche da grandi, se si soffre d’insonnia, basta ascoltare un orologio con un ticchettio “umano”, come quelli a pendolo di un tempo, meglio se non è metallico come quelli moderni. Con quell’atmosfera ci si ritrova inconsciamente nell’utero e si può riposare con tranquillità.
Ecco da dove deriva il tamburo, il ritmo primitivo a cui non si può resistere. Se chi lo suona è bravo, le gambe si muoveranno da sole, sarà impossibile restare indifferenti. Non è sofisticato, ma piace a tutti perché arriva nel cuore immediatamente, non è filtrato da nulla.
Tutte le culture primitive hanno il ritmo dei tamburi nella loro tradizione, vi accompagnano le loro danze, scandiscono il ritmo delle attività quotidiane. Il ritmo è interculturale al massimo, tutti lo possono capire, anche i ritmi più complicati non sono indifferenti a nessuno. Se provate a fare ascoltare a una persona non preparata una melodia dodecafonica troverete difficoltà, mentre con un ritmo di 21/8 delle danze bulgare non vi sono problemi, è molto più comprensibile.
Il tamburo ha anche un approccio molto semplice, chiunque lo può suonare. Anzi tutti lo fanno, quando picchiettano sul tavolo con le dita. E’ molto naturale, ci riporta indietro di diecimila anni, sotto le stelle in una foresta.
Se un uomo non risponde al tamburo, è diventato di plastica, ha perso il cuore a causa delle artificialità del mondo moderno. E’ morto purtroppo! (Osho)


Voi non siete rinchiusi nel vostro corpo,
né confinati nelle case o nei campi.
Ciò che voi siete ha la sua dimora tra le montagne
ed vaga nel vento.
E non è qualcosa che striscia al sole per scaldarsi
o scava buche nel buio per trovare rifugio.
Ma un qualcosa di libero,
uno spirito che avvolge la terra
e muove nell'etere.
Kahlil Gibran "Il Profeta"
Torna ai contenuti